Sabrina Bozza, Vice-Responsabile di Unità del Centro Assistenza Anziani di Maniago

Caring is Core: Come ci siamo presi cura degli altri in tempi di Covid

Published on : 26/08/21
  • L’esperienza di Sabrina Bozza, Vice-Responsabile di Unità del Centro Assistenza Anziani di Maniago

    Grazie ad una relazione costante tra le persone e alla fiducia reciproca abbiamo potuto aiutare ospiti e parenti a superare le fasi più critiche della pandemia

     

    In Sodexo per prendersi cura degli altri con attenzione ed efficienza

    Ho iniziato il percorso in Sodexo nel 2017 e per un anno sono stata coordinatore dei servizi e ai tempi mi occupavo principalmente dell'assistenza ai piani e dell’igiene ambientale.

    Successivamente mi sono spostata in un’altra struttura e sono rientrata a Maniago nel novembre del 2020 con una nuova funzione, occupandomi della parte amministrativa, ma senza dimenticare la formazione assistenziale da cui sono partita. Oggi mi occupo di tutti i servizi della casa di riposo (esclusa la ristorazione) ovvero pulizie, animazione, assistenza sociale e assistenza infermieristica, con la diretta collaborazione dei referenti di ogni singolo servizio.

    Il fattore umano viene prima di tutto

    Quando sono rientrata a Maniago avevo già avuto una esperienza con un'altra struttura colpita dal Covid e nel momento in cui la pandemia si è fatta sentire in maniera più forte abbiamo capito che dovevamo mantenere soprattutto i contatti coi pazienti.

    Siamo dunque partiti dall'aspetto umano, considerando la consapevolezza del malessere che gli ospiti stavano vivendo, trovandosi nel giro di poco tempo a non vedere più nessuno.

    Con gli ospiti più reattivi dal punto di vista cognitivo abbiamo intrapreso un percorso per spiegare la possibilità di mantenere i contatti tramite altri strumenti, come le videochiamate. Lo stesso abbiamo fatto anche con gli ospiti con situazione più compromessa: li abbiamo accompagnati in modo che avessero comunque la possibilità di vedere il volto di un familiare.

    Un grande lavoro di coordinamento

    Come potete immaginare, gestire efficacemente tutti gli appuntamenti è stato un grande lavoro reso possibile grazie al coordinamento col servizio educativo.

    La costante relazione tra i colleghi ci ha permesso di realizzare questo coordinamento vincente, che ha interessato tutte le realtà operanti in struttura.

    Un’attenzione particolare l'abbiamo avuta per il fine vita. In accordo con la direzione sanitaria abbiamo allestito stanze singole dove il congiunto, dotato dei necessari dispositivi di protezione, potesse passare con l'ospite le ultime ore.

    Aiutare i parenti a gestire la tensione e le preoccupazioni

    Oltre che per gli ospiti, anche dal punto di vista dei familiari la situazione non è stata semplice. Chi era abituato a visitare i propri cari - anche due volte al giorno - e ha dovuto interrompere bruscamente la frequentazione ha espresso fin da subito grande preoccupazione. Con loro abbiamo cominciato un percorso di fiducia per tranquillizzarli e con l'aiuto della psicologa abbiamo realizzato chiamate dedicate, anche un poco più lunghe e approfondite, proprio per mostrare come l'attenzione e la cura non siano mai mancate e non c'era nulla da temere.

    Non tutti i familiari hanno affrontato bene la situazione, ma la maggior parte ha capito la situazione e apprezzato i nostri sforzi. Ricordo che le situazioni sono tutte diverse e anche oggi che le visite sono permesse, anche se non direttamente in reparto, noi continuiamo ad avere questa attenzione e trasparenza coi familiari.

    Attenzione alla famiglia e fiducia reciproca continuano ancora oggi

    Questo particolare “metodo” di attenzione alla famiglia messo a punto durante la pandemia lo stiamo portando avanti ancora adesso con i nuovi ingressi iniziati quest'anno.

    I colloqui con i familiari sono condotti da tutto lo staff - oltre a me sono presenti tutte le figure di riferimento: la psicologa, un’educatrice, il fisioterapista, la responsabile del servizio OSS e la coordinatrice infermieristica. Durante questi incontri cerchiamo di aiutare le persone a superare questo difficile momento che viene vissuto come un abbandono, quando invece è un affidarsi con fiducia per il bene dell'ospite.

    La collaborazione tra tutti gli operatori, siano essi OSS oppure animatrici, è stata fondamentale per raggiungere questo risultato.

    La più grande soddisfazione è vedere gli ospiti felici

    Prendersi cura degli altri è impegnativo ma anche appagante quando vedi i risultati, come nel caso di un’ospite che è qui da pochi mesi. La sua è una situazione un po’ particolare, quando è in situazione di confusione parla nella sua madrelingua straniera, in più i familiari lavorano lontano e non riescono a essere sempre presenti. Al momento dell'ingresso sembrava uno di quei casi difficili, ma dopo le prime due settimane, grazie al rapporto che si è creato tra noi, abbiamo scoperto una persona dolcissima che ha solo bisogno di rassicurazione. Oggi ci mostra come tiene in ordine la sua camera e ci manifesta un affetto che ci riempie il cuore. Il segreto del successo di questo inserimento è proprio la relazione giusta con la persona.

    Un altro ospite è entrato nel centro proveniente da una altra struttura riabilitativa e, sentendosi al telefono con la figlia, le diceva che non gli davamo da mangiare. La cosa - ovviamente - non era vera, ma molto probabilmente era un modo di attirare l'attenzione della familiare, questo fino a che la figlia non si è fatta convincere e lo ha portato a casa. Tempo 24 ore e siamo stati contattati perché una volta a casa ha ammesso di non aver detto la verità e che qui si trova benissimo. Così, una volta rientrato, continuava a dirci quanto gli eravamo mancate!