Scuola e Covid-19: l’alimentazione al centro

Scuola e Covid-19: l’alimentazione al centro

Published on : 12/03/21
  • Le novità del contesto scolastico italiano

    Dopo l’insediamento del nuovo Governo, la scuola resta al centro del dibattito sociale e politico. E non potrebbe essere altrimenti perché, come ha ricordato il Neopresidente del Consiglio nel suo discorso di insediamento al Senato, la didattica a distanza rimane un rimedio palliativo e non una soluzione a lungo termine per gestire l’emergenza.

    Da lunedì 8 marzo quasi 6 milioni di studenti seguono le lezioni da casa. Ma è concreto il rischio che nei prossimi giorni si arrivi a 7,6 milioni (90,1%) per la possibilità - prevista nell’ultimo Dpcm - di lasciare ai Governatori la scelta di estendere la Dad a tutte le aree regionali o provinciali più a rischio, anche se in zona gialla o arancione. Così è già stato per Lombardia, Campania e Calabria, dove a frequentare sono solo i piccolissimi dei nidi e gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. In queste settimane 9 ragazzi su 10 dovranno rinunciare a coltivare i rapporti di amicizia con i loro compagni, ma anche a beneficiare di un momento importante come quello del pranzo a scuola, fondamentale per la funzione sociale che ricopre e perché assicura almeno un pasto corretto e bilanciato al giorno.

    Lo scenario globale e l’importanza del pasto a scuola

    Il contesto italiano si inserisce in un quadro mondiale ben più complesso e in alcuni casi grave, come riporta lo studio “COVID-19: Missing More Than a Classroom”, realizzato dall’Unicef in collaborazione con il World Food Program. L’analisi racconta nel dettaglio le conseguenze sulla nutrizione dei bambini che si aggiungono ai già gravi deficit di socialità e istruzione derivati dalla chiusura delle scuole. Il dato che colpisce di più è che dall’inizio della pandemia non sono stati serviti più di 39 miliardi pasti scolastici nelle mense: 370 milioni di bambini nel mondo – molti dei quali dipendevano dalla refezione scolastica per avere garantito almeno un pasto sano e bilanciato al giorno – hanno perso in media il 40% dei pasti scolastici. A livello generale, a causa del Covid-19 c’è stata una riduzione del 30% nella copertura di servizi essenziali per la nutrizione, tra cui la refezione scolastica.

    Il pranzo in mensa è fondamentale non solo per ricevere un corretto apporto di nutrienti per la crescita, ma anche per le occasioni di socialità che ne derivano. Il comportamento dei bambini, infatti, può rappresentare anche un barometro del loro benessere psicologico, utile cioè per evidenziare i disagi che i più piccoli stanno provando di fronte all’emergenza sanitaria. In questo senso, rappresenta un importantissimo momento di scambio non solo fra bambini, ma anche fra bambini e insegnanti.