L’alimentazione dei bambini da 0 a 3 anni. Le indicazioni degli esperti del CCP per Sodexo

L’alimentazione dei bambini da 0 a 3 anni

Published on : 19/11/21
  • Secondo le indicazioni deli esperti del CCP, l’approccio del bambino nei confronti dell’alimentazione cambia nei primi tre anni di vita. Il cibo ha sempre una grande valenza e l’incontro con gusti nuovi può rivelare tratti caratteristici di un bimbo. L’attenzione e la pazienza dell’adulto fa la differenza e conoscere tutte le fasi di sviluppo consente di accompagnare i più piccoli in ogni step della loro vita.

    Il tema dell’alimentazione per i bambini e le bambine che frequentano il nido è un po’ diverso rispetto a quelli più grandi.

    Superato lo svezzamento, il rapporto con il cibo ha comunque una grande valenza e l’incontro con gusti nuovi può rivelare alcuni tratti caratteristici del bimbo/a.

    Assaggiare una pietanza significa, infatti, mettersi in relazione con qualcosa di “ignoto”. Quindi, ci sono bambini “entusiasti” che accolgono con passione la novità, ma allo stesso tempo ci sono bambini cauti che prima osservano l’adulto e gli altri compagni per vedere come si comportano e, successivamente, decidono di assaggiare oppure no; infine ci sono bimbi e bimbe decisamente diffidenti ai quali serve più tempo per sperimentare.

    È importante che l’educatrice o il genitore sappiano rispettare i tempi dei piccoli, mettendo una cornice temporale entro la quale concludere il pasto e non si facciano prendere dall’ansia del “non mi mangia”. Eh si, dire “non mi mangia” è molto comune e quel “mi” ce la dice lunga, non credete?

    Al nido il tempo/spazio della pappa è sempre un rapporto adulto – bambino, per questo è molto importante poter stabilire una relazione abbastanza simile a quella genitoriale. Il fatidico maternage riguarda anche il momento del pasto. Genitori e educatori/educatrici devono confrontarsi costantemente su questo aspetto.

    A casa invece è molto importante che si tenga conto di ciò che viene fatto al nido:

    • niente distrazioni: televisione accesa, smartphone o tablet “perché così mi mangia di sicuro”;
    • niente regole eccessive: “devi vuotare il piatto”, “finché non assaggi non ti alzi da qua”,
    • niente rincorse con il cucchiaio attorno al tavolo pur di far ingoiare il pasto.

    Quando i piccoli iniziano a mangiare da soli è logico che scatti il fenomeno “gioco”. Ricordiamo che anche attraverso il gioco il bambino impara, quindi anche una sperimentazione “tattile” può aiutare nell’approccio con gli alimenti. Attraverso le mani il piccolo sperimenta la cremosità, la solidità, i granelli, il liquido, il soffice. Si sporcano e osservano le reazioni dei grandi. Verso i due anni lo sporcarsi assume un piacere del tutto particolare e anche infilare la mano aperta nello stracchino può contribuire a questo piacere. La scoperta è sempre al centro dell’attività infantile, anche relativa alla pappa.

    Curare lo spazio è importante, il tavolo deve avere il cibo e gli oggetti a lui collegati: piattini, bicchieri, posate, tovaglioli, bavaglini, non c’è spazio per giochini o oggetti “alieni”. Questo vale al nido così come nell’ambito domestico.

    La relazione che si instaura durante il pasto è importante; quindi, rivolgersi al bambino senza ricatti affettivi: “se non mangi la tata piange, la mamma è triste, il papà non ti vuole più bene”. Dite che non si usano più queste frasi? Magari! Invece si usano eccome!

    Verso i tre anni, quando il tempo pappa riveste un aspetto maggiormente sociale, è importante consentire ai bambini e alle bambine di condividere questo momento nel rispetto delle regole, con un’attenzione a ciò che viene messo nel piatto.
    Inizia il riconoscimento delle pietanze, dei gusti, dei colori. Ci aspettiamo anche il fenomeno “imitazione”, uno rifiuta una pietanza e gli altri lo seguono, anche questo fa parte della condivisione tra pari.

    L’attenzione e la pazienza dell’adulto farà la differenza. Conoscere le fasi di sviluppo di un bimbo consente di sapere meglio che cosa possiamo aspettarci da lui, dunque essere adulti educativi in grado di accompagnare ogni piccolo grande step della loro vita.

    Paola Cosolo Marangon
    Formatrice e consulente pedagogica del CPP
    https://cppp.it/