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In quale università hai studiato e quale percorso di studi hai scelto?
Dopo il diploma classico-linguistico, come spesso capita a quell’età, non avevo le idee molto chiare su cosa volessi fare da grande e soprattutto cosa realmente servisse per entrare nel mondo del lavoro. Ho iniziato una triennale in “Economia per la Cooperazione” all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, con l'idea di lavorare in contesti internazionali e di occuparmi di persone e sviluppo in senso ampio. Dopo poco mi sono resa conto che questo percorso aveva un taglio formativo lontano dalle mie aspettative. Ho quindi cambiato facoltà, scegliendo Scienze Politiche all’Università di Roma Tre, mantenendo il percorso in Cooperazione e specializzandomi con una Magistrale in Relazioni Internazionali, con un approccio antropologico e molta più soddisfazione!
Quale attività extra-universitaria pensi sia stata davvero importante per la tua carriera? Un consiglio che daresti a chi sta studiando in questo momento?
Durante l'università ho dato ripetizioni e svolto attività di volontariato. Credo che queste due esperienze mi abbiano arricchito sotto più punti di vista, in particolare quello organizzativo e relazionale.
Se però l’obiettivo è entrare in un contesto aziendale, il mio suggerimento è quello di avvicinarsi al mondo del lavoro il prima possibile, con tirocini curricolari ed extracurricolari, durante e dopo l’università, in Italia o anche all’estero.
Un consiglio? Non abbiate paura di fare più tirocini e di iniziare con attività molto operative: nel frattempo potreste incontrare aziende virtuose e tutor che vi formeranno, e se così non fosse avrete comunque avuto la fortuna di toccare con mano diversi contesti, dinamiche, organizzazioni e culture aziendali. E da questo c’è davvero molto da imparare.
Prima di arrivare in Sodexo, hai lavorato in Kiabi, During e Generali: puoi raccontarci di queste tue esperienze professionali?
Dopo l’università mi sono trasferita a Milano per motivi personali, ma senza nulla di realmente pianificato, con una laurea poco spendibile in azienda ma tre lingue parlate fluentemente: inizialmente mi sembrava di non avere niente di concreto tra le mani e di aver buttato via gli anni di studio. Di lì a poco è però arrivata un’importante opportunità, il mio primo stage come Training and Internal Communication Support nel team HR di Kiabi, azienda francese del settore fast fashion. Seguivo la parte più operativa della formazione e della comunicazione interna, organizzando corsi ed eventi aziendali a supporto della mia manager. In lei ho trovato una tutor appassionata e molto competente, ho inoltre incontrato colleghi di diverse nazionalità e generazioni e una cultura aziendale snella e dinamica. È stato anche il mio primo approccio alla formazione degli adulti, scoprendo un aspetto di questo lavoro che mi ha subito appassionata. Questa esperienza mi ha fatto capire che avrei potuto svolgere una professione dove il contatto con le persone è centrale. In più, ho effettivamente trovato un legame reale con il mio iniziale obiettivo: lavorare in una multinazionale consente di entrare in contatto con team internazionali, favorendo scambi tra diverse culture.
Durante lo stage in During, agenzia per il lavoro, ho visto quello che definirei il lato “quantitativo” della selezione del personale: processi rapidi, massivi e valutazioni da dare in poco tempo; attività sotto pressione e clienti “in cerca di astronauti per avvitare bulloni”. Anche in questo caso ho avuto la fortuna di avere una tutor dinamica, pragmatica e organizzata che ha avuto la voglia e la pazienza di insegnare. Infine, nello stage in Generali seguivo puramente il recruiting attivo e passivo di profili commerciali nel settore assicurativo. Un contesto molto dinamico e un approccio fortemente orientati alla vendita, anche per il ruolo che ricoprivo. In questo caso ho imparato l’importanza di conoscere bene la cultura aziendale e la posizione per la quale si sta selezionando, saperla illustrare e poterla giustamente valorizzare con il candidato. È stata un’esperienza sicuramente unica, mi sono portata a casa tanti piccoli insegnamenti, soprattutto grazie alla ricchezza dei colleghi che ho conosciuto, molto diversi fra loro e anche da me.
Oggi lavori in Sodexo: come hai conosciuto questa realtà?
Ho scelto di candidarmi per il contenuto della posizione di training and recruiting support, che riuniva le competenze acuisite sia nella formazione che nella selezione. Quando ho ottenuto il colloquio ho studiato a fondo il sito aziendale ed ho scoperto l’affinità con i valori e la mission aziendale. Un altro consiglio per i ragazzi che cercano lavoro: prima di sostenere un colloquio studiate bene il sito dell’azienda!
Di cosa ti occupi in qualità di Hr Training & Recruiting Specialist in Sodexo?
Come Specialist Selezione e Formazione in Sodexo ho un ruolo che mi permette di seguire due aspetti dell’area HR che mi appassionano molto ed in alcuni casi sono correlate fra loro. Ho due Manager di riferimento e zero rischio di annoiarmi.
Per la parte formazione collaboro all’implementazione di progetti formativi nazionali e internazionali e mi occupo tendenzialmente di tutte le attività che ruotano attorno al mondo formativo, come l’alternanza scuola lavoro o i tirocini curricolari. Mi occupo nello specifico della formazione linguistica, della raccolta della necessità formativa, dell’individuazione della soluzione più adatta per rispondere a specifiche esigenze e del follow up durante e dopo i corsi. Seguo la traduzione e l’implementazione dei progetti che arrivano da casa madre e che eroghiamo grazie ad un portale online. Supporto l’implementazione e la definizione operativa delle formazioni nazionali, prima fino all’aula, adesso fino alla realizzazione della sessione virtuale e successivi feedback.
Le attività di selezione vanno dall’individuazione di una necessità all’inserimento del candidato. Seguo principalmente profili junior, di staff e stage. Mi occupo della strutturazione e pubblicazione dell’annuncio, dello screening delle candidature ricevute, della conduzione dei colloqui fino alla formulazione dell’offerta, passando per la gestione delle relazioni con fornitori esterni e clienti interni.
Penso che questo ruolo mi appassioni perché mi permette di relazionarmi con persone molto diverse fra loro e di seguire il collaboratore in più aspetti della sua vita in azienda. Inoltre, credo con entrambe le attività di poter contribuire alla crescita dell’azienda, arricchendola di competenze.
Nella nostra community di oltre 500.000 utenti ci sono molti studenti e giovani laureati che vorrebbero lavorare nel mondo HR: un consiglio che daresti a chi vorrebbe seguire la tua strada?
Fatelo per passione. Se come me non avete studiato per farlo, iniziate. Formatevi in ogni modo possibile (corsi, articoli, libri, fate domande, approfondite). Imparate dai vostri superiori e dai colleghi ma soprattutto dai vostri interlocutori (candidati, manager e clienti interni, fornitori). Lavorare con le persone è un’occasione continua di apprendimento.