Global Workplace Trend 2018

La Generazione Z è una generazione diversa che non può essere assimilata ai Millennials. Dalle loro aspettative rispetto alla tecnologia fino alla predilezione per un’integrazione vita-lavoro, anziché un equilibrio, questi lavoratori stanno già cambiando il mondo del lavoro in modi nuovi ed entusiasmanti.

Una volta colte alcune caratteristiche chiave, le organizzazioni possono imparare a coinvolgere i lavoratori della Generazione Z in modo più autentico e a valorizzarne appieno i talenti. Al contempo, sussistono delle sfide associate all’integrazione di questa nuova generazione in un ambiente lavorativo già diversificato dal punto di vista anagrafico.

Questo articolo analizza le caratteristiche della Generazione Z e descrive come l’integrazione di questi nuovi lavoratori possa aiutare a creare un ambiente di lavoro inclusivo, che consenta ai collaboratori di dare il massimo, a prescindere dalla loro età. La ricercatrice in campo sociale, Claire Madden, e l’esperto di Generazione Z, David Stillman, offrono la loro prospettiva e gli ultimi risultati delle ricerche su questa generazione.

Ma cos’è esattamente l’”Internet delle Cose”? E quali sono le soluzioni IoT adatte all’ambiente di lavoro? Questo articolo risponde a queste e altre domande, offrendo una guida utile per le aziende che desiderano sfruttare a proprio vantaggio questo trend.

Come accade con ogni nuova tecnologia, il mondo dell’IoT suscita diverse preoccupazioni tra le aziende e i collaboratori, da problemi di privacy alle minacce per la sicurezza. Le imprese che decidono di sviluppare soluzioni IoT dovrebbero farlo con cognizione di causa, con il coinvolgimento e il contributo dei collaboratori in tutto il processo.

Questo articolo esplora il modo in cui l’IoT sta trasformando il moderno ambiente di lavoro, con un focus sulle difficoltà e le innovazioni che le aziende potranno incontrare. I contributi di Rob van Kranenburg, esperto in IoT, e Belen Moscoso del Prado, capo della trasformazione digitale di Sodexo, integrano le conoscenze su questo trend in rapida crescita.

Decenni di ricerche hanno sottolineato l’importanza delle “soft skills”, ma ora l’intelligenza emotiva è più importante che mai. Questo articolo parla dei fattori che hanno portato questo tipo di intelligenza in prima linea e descrive in che modo le organizzazioni tanno puntando sull’IE collettiva attraverso la selezione delle persone giuste, una valutazione e formazione adeguata.

C’è anche un altro aspetto interessante riguardo l’IE. È sempre più lampante che l’ambiente di lavoro e i suoi numerosi punti di contatto giocano un ruolo importante nel permettere alle persone di esprimere lo spettro completo delle proprie emozioni sul lavoro. Per le organizzazioni in cerca di un punto di partenza, pratiche come l’experience design possono aiutare a scoprire i bisogni e le motivazioni dei lavoratori e a capire come migliorare la loro esperienza lavorativa.

Con i contributi dello psicologo Daniel Goleman e del Prof. Cary Cooper della Manchester Business School, questo articolo approfondisce il concetto di intelligenza emotiva, un’abilità sempre più richiesta ai lavoratori e un aspetto importante in un ambiente di lavoro ben progettato e incentrato sulla persona.

In pratica, la sharing economy ha significato un incremento del lavoro freelance e la condivisione frequente e temporanea di risorse come spazi d’ufficio e attrezzature. Questo rappresenta un’opportunità inedita per le organizzazioni e gli individui, che garantisce una maggiore agilità alle aziende nel bilanciare vita e lavoro e garantire la realizzazione dei collaboratori.

Lavoratori e aziende che partecipano alla sharing economy devono però affrontare diverse sfide. I lavoratori posso essere soggetti a sfruttamento e le organizzazioni sono più vulnerabili ai rischi connessi alla condivisione di risorse.

Nonostante questi problemi, la sharing economysta prendendo piede e le organizzazioni orientate al futuro stanno riorganizzando i propri modelli di business per sfruttarne i molti benefici. Con contributi del Prof. Arun Sundararajan, esperto di sharing economy, e l’esperto di startup Sissel Hansen, questo articolo esplora cosa significa la sharing economy per il mondo del lavoro del presente e dei prossimi anni.

Oggi, data la crescente consapevolezza rispetto alle sfide uniche affrontate dalle donne sul posto di lavoro, e considerato il grande valore generato da una  maggiore diversità, è chiaro che il tema dell’equilibrio di genere non deve limitarsi a far quadrare i numeri, ma deve instillare un sincero senso di appartenenza e inclusione.

Per le aziende che vogliono superare lo squilibrio di genere il primo passo è esaminare le barriere che stanno ostacolando le donne, a partire dal pregiudizio e dai doppi standard, fino alla mancanza di sostegno. Solo così è possibile creare un ambiente di lavoro rispettoso dell’equilibrio di genere, in cui tutti i collaboratori si sentano valorizzati e che susciti in loro un vero senso di appartenenza.

Per proseguire su questa strada è necessario innanzitutto un cambiamento culturale - cosa non semplice – che dev’essere guidato da leader dalla mentalità inclusiva. In questo articolo analizzeremo perché questo tema è importante oggi più che mai, sulla base delle ricerche e dei punti di vista di Sylvia Ann Hewlett, CEO del Centre for Talent Innovation; Deborah Gillis, Presidente e CEO di Catalyst; e Rohini Anand, SVP Corporate Responsibility and Global Chief Diversity Officer di Sodexo

Alla ricerca di modi per semplificare le interazioni e ridurre i carichi di lavoro, le aziende hanno individuato l’esperienza del lavoratore come importante area di miglioramento, tant’è che la gestione del capitale umano (HCM) sta diventando una soluzione sempre più considerata.

L’HCM comprende un’ampia categoria di softwaree servizi che possono giocare un ruolo chiave nell’esperienza del collaboratore. Le prime elaborazioni HCM costituiscono importanti pietre miliari, ma è con l’HCM 3.0 che si raggiunge un livello d’innovazione rivoluzionaria, basato sulla “choice architecture” ed una più complessa ed integrata filosofia dell’esperienza.

Un’efficace HCM 3.0 si basa sul fatto che l’esperienza del collaboratore possa (e debba) diventare esperienza di vita, adottando soluzioni che possono essere usate sul lavoro come a casa, fondendo omogeneamente lavoro, vita comunitaria, famiglia e gli aspetti materiali che i collaboratori ricercano nella loro quotidianità.

L’HCM 3.0 offre una reale opportunità di combinare differenti programmi e tecnologie allo scopo di aiutare i collaboratori e le imprese a lavorare al meglio. Con le intuizioni di Mia Mends, CEO di Inspirus, Bret Starr, esperto di tecnologia HCM , e Jacob Morgan, figura autorevole sul futuro del mondo del lavoro, questo articolo descrive come l’ultima evoluzione dell’HCM stia trasformando tutti gli aspetti dell’esperienza dei collaboratori.

Tuttavia, una condotta responsabile non è guidata solo dalle logiche di business, ma anche dal fatto che i collaboratori si aspettano sempre più che la propria azienda agisca in modo responsabile.

Allo stesso tempo, molti dei collaboratori agiscono da sostenitori e attori del cambiamento. Le aziende che guardano al futuro comprendono che è necessario coinvolgere e stimolare i dipendenti riguardo alle problematiche globali. I programmi di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) sono una parte importante dell’equazione, dal momento che la RSI viene sempre più decentralizzata e diffusa in tutta l’azienda, dando voce a tutti i collaboratori.

Nonostante la volontà di “fare bene facendo del bene”, molte aziende devono affrontare un’ondata di sfiducia da parte dei lavoratori e del mercato globale. Considerando questo, le aziende devono prima di tutto guardare dentro loro stesse, comprendere cosa significa veramente la leadership e recuperare la fiducia dei collaboratori per poter lavorare per un domani migliore per tutti.

Questo trend esamina gli ultimi sviluppi della RSI, con contributi di Neil Barrett, SVP Corporate Responsibility del Gruppo Sodexo, e quattro relatori presenti alla Conferenza sulla Qualità della Vita 2017 di Sodexo: Fabian Dattner, Socio Fondatore di Dattner Grant; Jon Duschinsky, Innovatore Sociale; Marion Darrieutort, CEO di Elan-Edelman; e Pedro Tarak, Co-Fondatore di Emprendia.