Il welfare privato come concreta opportunità di investimento per le imprese. Dall'Osservatorio Sodexo Benefits&Rewards: un'analisi su oltre 4.000 aziende.

Maggio 2014. Una fotografia sulla reale rispondenza delle aziende italiane alle politiche di welfare, è quella realizzata da Sodexo Benefits&Rewards Services, parte del gruppo Sodexo, leader mondiale nelle soluzioni per la qualità della vita. L'obiettivo è quello di rendere semplice e concreto il welfare privato, valorizzando quelle soluzioni già pronte e disponibili, ma che soprattutto si prestano ai bisogni e alle reali necessità dei dipendenti.
Dal quadro emerge infatti, chiaramente, la necessità di fare cultura, soprattutto in circostanze economiche in cui, come più studi dimostrano, il welfare privato può rappresentare un asset vincente nell'incremento della produttività e delle performances delle organizzazioni, in linea con le politiche di saving e nell'ottica di un'ottimizzazione del rapporto investimenti/risultati aziendali.

La survey condotta ha voluto approfondire tre aree di servizio: gratificazione, salute e benessere e mobilità, su un campione complessivo di 4.010 aziende, suddivise tra imprese large (con più di 300 dipendenti) e imprese medie e piccole (con meno di 300 dipendenti).
Il 56% del campione ha risposto sul tema della gratificazione, ma solo il 6% eroga effettivamente servizi di questo tipo. Alla domanda su quali siano i servizi erogati, le risposte si sono orientate su due macro aree: incentivazione e regalistica, strada intrapresa per il 45% delle piccole/medie imprese e per l'87% delle large e, il vecchio ma caro buono carburante, scelto per ben il 55% delle aziende small e per l'13% delle grandi imprese.
In tema salute e benessere il 28%, ha risposto sul tema, rivelando però di erogare servizi legati al benessere dei dipendenti solo per il 3%, percentuale allineata con coloro che dichiarano di conoscere l'articolo 100 comma 1 (5 x mille oneri sociali). Approfondendo la tipologia di servizio offerto, l'indagine dimostra come si tratti per la maggior parte di polizze assicurative obbligatorie e soltanto in pochissimi casi, limitati alle aziende grandi, di campagne specifiche di tutela della salute.
Le assicurazioni obbligatorie si attestano intorno al 45% sia per le grandi che per le piccole e medie imprese, mentre scendiamo a un 9% per le imprese large e a un 4% per le SME, per campagne di prevenzione su temi specifici.
In ambito mobilità, sul campione di aziende intervistate, solo il 6% risponde sul tema ( il 3% large e solo lo 0,2% medio/piccole). Ma alla domanda su quali siano i servizi erogati, scarseggiano soluzioni che non comprendano convenzioni dirette come la navetta aziendale (per il 15% delle grandi aziende e per il 7% delle medio/piccole) ed il benefit per la mobilità Pass Mobility, già messo a punto da ATM e Sodexo sul territorio di Milano. Ma a che cosa è dovuta questa bassa rispondenza da parte delle imprese?

"Sicuramente – spiegano da Sodexo – influiscono la complessità percepita del nostro quadro normativo legato al settore del lavoro, la presenza dei contratti collettivi e le relazioni sindacali, l'eterogeneità e l'evoluzione dei bisogni dei dipendenti nel corso della loro vita professionale, i budget limitati che non permettono aumenti di stipendi e flessibilità contrattuale, senza considerare la scarsità di informazioni relativa a soluzioni alternative a supporto."
Dalla fotografia presentata emerge la necessità di un approccio più semplice e intuitivo ai temi del welfare privato. Come? Prima di tutto valorizzando il potenziale della normativa attuale (Art. 51 e 100 del TUIR), tramite l'erogazione di benefit immediati e fortemente legati alle necessità quotidiane dei dipendenti.
Benessere e mobilità rappresentano sicuramente due aree importanti a livello di possibili servizi da erogare al dipendente, oltre all'alimentazione, già coperta in molti casi dal buono pasto. Quest'ultimo è un benefit efficace che consente una serie evidente di vantaggi sia all'azienda, sia al dipendente: aumenta il salario netto di 1.100 euro, non grava sull'imponibile e per l'azienda ed è deducibile al 100%. Nonostante questo ha ancora un indice di penetrazione basso rispetto al suo potenziale: circa il 20,5% sul totale mercato.
"Fare cultura sulle tematiche del welfare privato, in modo semplice e immediato, diventa quindi fondamentale per permettere alle aziende di comprendere l'efficacia e l'opportunità che programmi e soluzioni pensate per la motivazione e il benessere dei dipendenti possono dare in termini di produttività e di ritorno sugli investimenti. Ma non solo.
Valorizzare il potenziale normativo, utilizzare supporti tecnologici innovativi e fornire benefit reali rispetto ai bisogni dei dipendenti in grado di contribuire a un risparmio fiscale, diventano elementi chiave per occuparsi di welfare oggi."

Ufficio Stampa

Viviana Marino C/O Espresso CS
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